venerdì 15 maggio 2009

Care Colleghe saluto tutti i membri del blog e invio il mio primo commento.
Mi chiedo e vi chiedo perchè abbiamo scelto galileo e il suo cannocchiale per un blog a scuola. Galileo è stato uno dei primi scienziati a introdurre il metodo sperimentale nello studio dei fenomeni naturali:egli, sotto processo,propose agli inquisitori di guardare nel suo cannocchiale per verificare l'esattezza delle sue scoperte.
E oggi com'è inteso il metodo scientifico? 
E a scuola in quale misura è mutuabile il rigore del metodo scientifico nello svolgimento del nostro lavoro quotidiano? E soprattutto in quale misura trasmettiamo ai ragazzi il fascino della scienza come superamento dei propri limiti e desideri di scoprire se stessi e l'ignoto?
Attendo risposte..

lunedì 11 maggio 2009

Games Corner

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Astronomy Write the word on the line.

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venerdì 8 maggio 2009

Il tesoro di Galileo

IL TESORO DI GALILEO
testi originali delle opere, tirati in poche decine di copie (in un caso solo otto), che hanno contribuito a cambiare la cultura dell' Occidente
Il cannocchiale e i manoscritti A Milano il tesoro di Galileo
Una collezione svela rarità e storie sconosciute dello scienziato L' esemplare appartenuto a Papa Urbano VIII della prima edizione del <>
Non riveleremo il nome del proprietario del tesoro perché non lo conosciamo, né a chi ha fatto recapitare alcuni dei ricordati testi e oggetti galileiani che abbiamo avuto l' opportunità di compulsare (con il dovuto rispetto, indossando appositi guanti). Vi possiamo però garantire che solo toccando simili reliquie si provano quelle emozioni che si cercano disperatamente nella vita, e che i più si procurano agitando il corpo sino a quando la testa ordina ai competenti organi di distribuire un po' di gioia alla carne. In tal caso, è stato sufficiente guardare e sfogliare. Di che si tratta? Cominciamo con gli strumenti. Ne ricordiamo due: un cannocchiale a tre allunghi che aperto misura più o meno 35 centimetri e un telescopio, di circa un metro, simile ai due conservati al Museo di Storia della Scienza di Firenze. Il cannocchiale è un oggetto che commuove: fatto in cartone e ricoperto di carta policroma ha la lente obbiettiva e quella oculare lavorate e disposte così come quelle degli esemplari costruiti da Galileo (furono poi donati a Ferdinando II de' Medici, oggi sono custoditi nel ricordato museo fiorentino). La datazione? Entrambi risalgono ai giorni del sommo scienziato. C' entrano con lui? Può averli conosciuti molto bene. Il telescopio ha fatto emettere gridolini di giubilo ai periti che lo hanno esaminato. Pare che uno di essi, dopo averlo maneggiato, abbia chiesto un cordiale per chetare le palpitazioni. Poi c' è un manoscritto. In verità ce n' era più d' uno; quello che fa perdere l' orientamento è un <>, un testo molto vicino cronologicamente a Galileo. Difficile dire cosa sia. Ancora inedito, potrebbe essere una parafrasi riassuntiva della celebre opera sui massimi sistemi o addirittura uno scritto che precede il definitivo. Dei passi rinviano ai <>; forse ne sono un' anticipazione. Andrebbe studiato da occhi esperti, con calma: tutto fa credere che le sorprese celate in queste pagine siano rilevanti. Altro? Ecco la firma autografa di Galileo, posta in un' antica cornice. E un ulteriore manoscritto (inedito) di Tommaso Caccini contro le teorie del nostro. Il nome forse non dirà molto, tuttavia fu proprio questo frate che a Firenze nel 1614, con una celebre omelia, denunciò Galileo al sant' Uffizio. Ma ora passiamo agli stampati. Abbiamo aperto la prima edizione del <> che fa parte di questa raccolta. L' opera, che vide la luce nel 1623, ebbe una tiratura di otto copie su carta forte per le persone di rilievo: ebbene, eravamo proprio davanti a una di esse. Di più: si trattava dell' esemplare di papa Urbano VIII, ovvero Maffeo Barberini, a cui peraltro fu dedicata. A pagina 120 si trova un diagramma incollato dall' autore su quello erroneamente stampato al contrario (che si vede nell' edizione comune). Il timbro che il pontefice faceva porre l' abbiamo osservato a lungo e poi ritrovato nella prima stampa del <>, l' opera-chiave di Galileo uscita nel 1632. Quella che siamo riusciti a sfogliare aveva qualcosa in più: l' antiporta con la celebre incisione di Stefano Della Bella raffigurante l' incontro tra Aristotele, Tolomeo e Copernico, mostrava un' inchiostrazione perfetta. Era una delle prime dieci copie della tiratura. Questo libro cambiò la cultura dell' Occidente, e non soltanto nell' ambito scientifico. Il suo autore diventò un modello, un metodo: un pensatore come Hobbes, pubblicando a Londra nel 1651 il <>, si proponeva di diventare <> della filosofia. Ma è difficile stilare un elenco dettagliato di questa collezione. Diremo che essa offre cose uniche sia per il bibliofilo che per lo studioso: entrambi possono comunque perdervi la testa. Una chicca uscita dalla penna del sommo pisano, che saprebbe causare attacchi cardiaci anche agli antiquari (la sua vendita consente di ritirarsi con una discreta rendita), è l' esemplare della rarissima prima edizione 1606 de <>: opera che, come scrive Galileo nella premessa <>, fece stampare lui stesso in 60 copie. E che dire della <> di Keplero? La copia che abbiamo visto, quasi inutile aggiungere in prima edizione, è appartenuta al principe Cesi ed è postillata da Galileo. E si prosegue con preziosità di Campanella, di Torricelli, di gesuiti tolemaici come il Clavius (che Galileo stimava), di allievi, di qualcuno che non digeriva il moto della terra. C' è infine un opuscolo apologetico di Vazquez de Acugna, uscito a Lima nel 1650: è ignoto alle bibliografie e alla saggistica galileiana. Oltre questo, se ne conosce un solo esemplare al mondo (è, appunto, nella Biblioteca di Lima). Il prezzo? Impossibile stabilirlo. Ma se con l' opera sul <> ci sono gli estremi per ritirarsi con una rendita, qui potete aggiungere una piacevole compagnia. E ora ritorniamo nella realtà. Quello che vi abbiamo descritto è tutto vero, anche se assomiglia a un miraggio d' agosto. Il sugo della storia? Ci sono cose meravigliose a questo mondo che transitano per Milano e in chissà quali altre città quando i più se ne vanno. Vederle è già un privilegio. L' importante è sfuggire ai collezionisti maniaci, perché potrebbe finire come in quei delitti misteriosi dell' estate, di cui le cronache rivelano subito il nome del morto ma non riusciranno mai a darvi quello dell' assassino, né il movente. Armando Torno

La casa di Galileo

LA CASA DI GALILEO
La Casa di Galileo si trova a Firenze sulla Costa San Giorgio. In essa non abitò mai il grande astronomo salvo brevissimi soggiorni.
Questa casa fu acquistata da Galileo nel 1634 e il vecchio proprietario, Jacopo Zuccagni, non volle riconoscerne il possesso a Galileo fino alle deliberazioni del Magistrato Supremo. Essa fu costruita nel XIV secolo, ma ricostruita nei secoli successivi.
Oggi appare con una decorazione a pitture sulla facciata tra le quali un ritratto del grande scienziato.
A ricordo di una visita che il Granduca Ferdinando II avrebbe fatto a Galileo in questa casa, sulla facciata é stata messa una lapide in marmo con iscrizione, sormontata da un medaglione col ritratto affrescato di Galileo. In realtà, tale visita non risulta documentata; se realmente avvenne, fu presso la Villa Il Gioiello ad Arcetri,una dimora certo più adatta a ricevere il Granduca, e dove comunque Galileo visse agli arresti domiciliari fino alla morte, per decreto dell'Inquisizione.

Casa di Galileo
Sulla facciata posteriore della casa, si conserva una meridiana costruita dall'astronomo nel 1620